Chitarra indiana: com’è fatta e come si suona?

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La chitarra indiana viene anche denominata Mohahn Veena ed ha preso il nome dal suo inventore, intorno agli anni sessanta. Anticamente, per suonarla, si usava la tecnica della Vichitra Vina, mentre attualmente le tecniche sono cambiate. In questa guida tratteremo nello specifico delle sue caratteristiche e di cosa si tratta nello specifico.

Lo stile di questa chitarra è detto monofonico, vale a dire basato su una linea melodica detta raça. Il canto, in questa melodia, ha un ruolo fondamentale, anche se è sempre accompagnato da altri strumenti musicali. Quest’ultimi sono particolarmente diversi da quelli solitamente usati in occidente, tranne per il violino. Quest’ultimo, inoltre, è stato modificato in funzione dei suoni e delle melodie della musica indiana.

Cos’è e com’è fatta la Vina

Prima di parlare approfonditamente della chitarra indiana, tratteremo della Vina, uno degli strumenti indiani più antichi esistenti e il primo antenato diretto della Veena. Si possono distinguere tre tipi di Vina:

  • Rudra Vina – Possiede sette corde che si accardano generalmente sulla parte sinistra
  • Saraswati Vina – Anch’essa possiede sette corde, ma vanno accordate sulla destra. Proviene, come la Rudra Vina, dalla parte più meridionale dell’India.
  • Vichitra Vina – Viene denominata anche ”strana vina”, è priva di tasti e si suona sempre in orizzontale. Si utilizzano palle in vetro o pietre da mettere nella mano sinistra per pizzicare le corde.

Le caratteristiche della Mohann Veena

La chitarra indiana sembra, dal punto di vista estetico, una classica chitarra europea. Una delle differenze sostanziali è sicuramente il numero delle corde e soprattutto le accordature. Oltre a quelle melodiche, se ne possono aggiungere altre due, dette chikari, che sostengono il ritmo di esecuzione. Attualmente questo tipo di chitarra è una delle più suonate in Asia Centrale. Come per la Vichitra Vina, per pizzicare le corde bisogna usare oggetti duri, spesso realizzati in pietra, vetro o metallo. Per suonarla bisogna appoggiare lo strumento sul grembo e portare il manico a sinistra.

Le caratteristiche della chitarra Sitar

Il Sitar è una delle chitarre indiane più celebri attualmente. E’ originaria dell’India settentrionale. La cassa armonica di questo strumento ha una forma sferica e questo permette di avere un’ottima risonanza a tal punto che le corde vengono definite ”corde degli dei”.  Attualmente può essere definita come una combinazione della Vina Indiana e del Tamburo persiano. In origine era dotato di sole tre corde, mentre nella versione in vendita al giorno d’oggi, ne sono presenti circa venti. Tredici sono posizionate sotto altre sette e vengono definite simpatiche, vale a dire che vibrano senza necessità di un contatto diretto, ma solo a seguito del moto delle corde che si trovano sulla zona superiore che inevitabilmente vibreranno.  Per suonare il sitar, il musicista indossa un anello di metallo chiamato mizrab che in genere si infila all’indice della mano destra. Dunque, ricapitolando quanto detto sino ad ora, possiamo affermare che il Sitar ha:

  • 2o corde
  • Il musicista necessita di un anello specifico per suonare lo strumento

Mohann Veena e la tecnica ”slide”

Le corde di una chitarra indiana sono in genere sempre tre o quattro e vengono fatte vibrare scorrendo, come detto precedentemente, un oggetto particolarmente pesante. Questo metodo permette di creare i suoni tipici delle melodie indiane e la tecnica viene definita ”slide”, poiché è molto simile alla tecnica ”slide” della chitarra nel blues.  Inoltre oltre alle chikari, che garantiscono sostegno ritmico, esistono una dozzina di corde più sottili di risonanza. Queste sono posizionare sotto le corde della melodia e in questo modo possono essere rialzate o messe lateralmente, anche se risulteranno comunque parallele alle corde della melodia.

La chitarra Surbahar

Questo strumento musicale a corde è molto simile a un Sitar, ma è leggermente più grande. Il Surbahar, inoltre, ha un suono decisamente più basso rispetto al Sitar. E’ uno strumento molto simile ad una chitarra che ha il manico in legno molto lungo. Sul retro, di solito, si trova la cassa armonica realizzata con una zucca o in legno. Sulla cima si trova un ornamento con una testa di cigno o di drago. La prima cassa armonica, invece, è una zucca grande dalla forma schiacchiata. Come il Sitar, anche il Surbahar ha venti corde, di cui tredici sono i risonanza o simpatiche, mentre altre sette sono principali.

Altri strumenti musicali a corde: il tambura

Anche il tambura è uno strumento musicale a corde indiano. E’ piuttosto simile al Sitar, ma è privo di tasti incurvati sul manico. Il numero di corde, però, è inferiore: può variare da quattro a sei, a seconda dei modelli (quelli più sofisticati possiedono anche corde simpatiche). Le corde vengono pizzicate a ritmo regolare per creare, così, una risonanza armonica sul drone o sul bordone. 

Altri strumenti musicali indiani

Oltre alla chitarra possono essere citati anche altri strumenti indiani:

  • Tabla – Si tratta nello specifico di uno strumento a percussioni
  • Bansoori – Una sorta di flauto
  • Dhol –  Si tratta di un tamburo di origini bengalesi

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